Presentazione

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Il primo allestimento della mostra risale al luglio del 2014, a Folgaria, e coincide grosso modo con l’inizio di quel lungo percorso di eventi organizzato per la ricorrenza del centenario della prima guerra mondiale durato fino alla fine del 2018. Dopo la prima chiusura, la mostra ha girato in tutta Italia toccando altre 16 località. Il suo viaggio si è concluso nel 2020 con il ritorno a Trento e l’allestimento presso torre Vanga. La fortuna incontrata dalla mostra, la bontà della formula adottata e la situazione di emergenza sanitaria insorta a causa del COVID 19 hanno suggerito, tuttavia, di trasferire i suoi contenuti in una mostra virtuale che le permettesse di vivere oltre la ricorrenza per la quale era stata pensata. Ne è nata una proposta intimamente diversa, poiché le potenzialità offerte dal mezzo informatico hanno permesso di attivare letture trasversali e una visione più particolareggiata delle immagini. Così, pur ripetendosi la suddivisione in anni delle 310 illustrazioni selezionate e la rigida sequenza cronologica, al tempo stesso è stata data la possibilità di accorparle per autore o per testata. La funzione d’ingrandimento aiuta a svelare tanti piccoli dettagli narrativi o accorgimenti grafici. Una vera e propria scoperta che la precedente modalità rendeva meno agevole.

È stata poi aggiunta una pagina di contenuti aggiuntivi che comprende video, immagini, articoli e documentazione relativi alle varie tappe di questa sorta di giro della mostra attraverso l’Italia: una «storia nella storia» proposta non per spirito di autoreferenzialità ma per documentare il sentimento che ha ispirato il progetto e quanto perseguito dalla Fondazione in questo e altri simili frangenti: l’intento non tanto di celebrare sull’onda di una retorica mai sopita gli aspetti politico-nazionali di un conflitto, quanto di ricordare la tragedia che la guerra rappresentò per milioni e milioni di individui senza distinzione di nazionalità, lingua, cultura e religione. La caricatura, al pari di altre espressioni del periodo, è apparsa significativa non solo per l’importanza degli artisti coinvolti, ma anche per l’efficacia del messaggio che da essa traspariva se spogliata di ogni divisa, patria o bandiera di copertura. I colpi di matita prima di mirare al cuore del nemico puntavano ad additare a tutti la responsabilità di quanti, sugli opposti fronti, avevano contribuito a perpetrare nuovamente i disastri della guerra di Goyana memoria.

La caricatura

La caricatura è quella forma d’arte, di solito ritrattistica, che tende a distorcere o a esagerare determinate caratteristiche fisiche di un soggetto per suscitare in chi osserva un effetto comico o ironico. Precedenti della moderna caricatura, almeno sul piano stilistico, possono essere considerati alcuni disegni di volti di Leonardo da Vinci, finalizzati sicuramente, attraverso tratti assai pronunciati, a suscitare il riso. L’invenzione della tecnica caricaturale, nel pieno senso del termine, può essere attribuita ad Annibale Carracci (1560-1609), che probabilmente coniò anche il temine «caricatura». Carracci difese questo genere definendolo controparte dell’idealizzazione: come l’artista serio penetra nell’idea oltre le apparenze, così il caricaturista mostra l’essenza della sua vittima, nel modo in cui dovrebbe apparire se la natura avesse compiuto il suo corso. Giovanni Pietro Bellori (1613 – 1696) scrisse che Carracci non era solo abile nel creare situazioni ironiche e giochi di parole, ma era anche maestro nella tecnica del disegno, spesso eseguito a penna.

I suoi «ritratti burleschi» o «caricature», cioè figure somiglianti, ma alterate secondo i reali difetti, furono definiti divertenti.
Molti altri importanti artisti del 17° secolo furono brillanti caricaturisti, come ad esempio Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), ma
il primo artista a guadagnarsi la vita quasi soltanto con le caricature fu probabilmente Pier Leone Ghezzi (1674-1755): del suo eccezionale talento ne fecero le spese cardinali, principi e politici della Roma della prima metà del Settecento.

anti per la storia dell’arte contemporanea come George Grosz (1893-1959), Juan Gris (1887-1927), František Kupka (1871-1957) e Lyonel Feininger (1871-1956), che ricorsero, in periodo giovanile, alla deformazione grottesca del dato reale per rappresentare, come in uno specchio, le aberrazioni sociali e ideologiche della società contemporanea.

La Guerre” (La guerra)
Autore: Hermann Paul
L’Assiette au Beurre, nr. 14 (4 luglio 1901)

“La conférence” (La conferenza di Pace)
Autore: François (František) Kupka
L’Assiette au Beurre, nr. 177 (20 agosto 1904)

“Der Krieg” (La guerra)
Autore: Thomas Theodor Heine
Simplicissimus, nr. 35 (25 novembre 1912)

La caricatura politica

Lo studio della caricatura politica interessa, secondo René Rémond, in primo luogo la storia della vita politica, ma anche quella delle ideologie e delle mentalità, dell’opinione e della cultura. Quando la fotografia era ancora poco utilizzata e quindi fino all’indomani della seconda guerra mondiale, la caricatura politica si è distinta come l’unico contenuto illustrato nei giornali a grande tiratura, in grado di dare un volto agli uomini del potere e di svelarne le personalità, seduzioni e miserie.
 
Scriveva Stalin: “La caricatura politica nel giornale non è meno importante degli articoli, perché il messaggio politico per immagine deve essere comprensibile anche ad ogni duràk, a ogni scemo del villaggio…“.
 

La caricatura politica, così come la conosciamo oggi, nacque in Gran Bretagna nel tardo settecento, in particolare per opera di James Gillray (1756-1818). Gillray fu probabilmente il primo artista a dedicarsi significativamente e quasi esclusivamente a questo campo.

Senza dubbio gli artisti britannici occuparono un posto di rilievo, ma il miglior caricaturista politico dev’essere considerato un francese: Honoré Daumier (1808-1879). Altro indiscusso protagonista, fra i tedeschi, fu Wilhelm Busch (1832-1908). La caricatura in tutte le sue espressioni conobbe il massimo successo nella seconda metà dell’Ottocento con l’apparizione in tutta Europa dei grandi settimanali umoristici collegati o meno a testate giornalistiche.

Nel Novecento il tratto caricato caratterizzò l’opera anche di molti altri artisti. Fra questi, ad esempio, pittori importanti per la storia dell’arte contemporanea come George Grosz (1893-1959), Juan Gris (1887-1927), František Kupka (1871-1957) e Lyonel Feininger (1871-1956), che ricorsero, in periodo giovanile, alla deformazione grottesca del dato reale per rappresentare, come in uno specchio, le aberrazioni sociali e ideologiche della società contemporanea.

 

“Weltkrieg? Unsinn! Blauer Dunst der P.P.P.
(Panzerplattenpresse)” (Guerra mondiale? Sciocchezze!
È il fumo della pressa per le corazze dei panzer).
Autore: George Grosz
Ulk, nr. 2 (12 gennaio 1913)

“Weltbrand. Der Riese Atlas: Donnerwetter, ein toller Ball
– jetzt in der Ballsaison!” (Incendio mondiale. Il gigante
Atlante: Accidenti, che bella palla – adesso nella
stagione dei balli!)
Autore: George Grosz
Ulk, nr. 6 (9 febbraio 1913)

“Der Feuerriese. Scheußlich! Wenn’s Mühlsteine regnet,
wird es selbst unsereinem unbehaglich zumute!” (Il
gigante di fuoco. Orribile! Quando piovono macine anche
uno come me si sente a disagio!)
Autore: George Grosz
Ulk, nr. 35 (31 agosto 1913)

La caricatura e la Grande Guerra

Dalla seconda metà dell’Ottocento, le riviste illustrate diventarono altrettante palestre nelle quali artisti, disegnatori e grafici si allenarono all’uso di nuove modalità comunicative. Tali riviste, veri e propri organi informativi, costituirono un’esperienza di grande rilevanza diffusa in tutta Europa. Prima ancora del massiccio ricorso alla fotografia era la forma grafica a proporre rappresentazioni, raffigurazioni e interpretazioni di eventi di cronaca che spaziavano dalla cultura al costume, dalla politica al tempo libero.

La mostra A colpi di matita, costruita sulla base di una ricca collezione privata, vuole proporre un percorso, dunque, attraversola storia delle più importanti riviste illustrate europee di satira politica e dei suoi collaboratori, spesso firme assai celebri. Lo fa approfondendo, in particolare, il tema del conflitto, della guerra, del combattente, genericamente intesi, interpretati e raffigurati durante la Grande Guerra, quando ciò che esisterà non avrà più nulla a che fare con il passato e che forse, proprio nel lavoro di alcuni artisti, trovò una tragica profetizzazione.

La mostra vuol essere un viaggio in compagnia di questi «protagonisti» altri che seppero raccontare con l’impietosa tecnica della caricatura quanto stava consumandosi attorno a loro. A tutti questi va riconosciuto il coraggio di aver saputo puntare l’indice, anzi la matita, contro coloro che stavano decidendo non solo della vita delle generazioni in guerra, ma dei destini futuri del mondo intero.

Presentazione

La caricatura è quella forma d’arte, di solito ritrattistica, che tende a distorcere o a esagerare determinate caratteristiche fisiche di un soggetto...

Cronologia

La cronologia dei fatti storici e tutti i pannelli della mostra

1914

Sarajevo, 28 giugno 1914. Lo studente nazionalista Gavrilo Princip esplode alcuni colpi di pistola

1915

Anche l’Italia entra in guerra a fianco dei paesi dell’Intesa.

1916

È l’anno delle grandi azioni offensive condotte dagli eserciti austriaco e tedesco contro i paesi dell’Intesa

1917

Intervento americano e Rivoluzione russa condizionano pesantemente le sorti future del conflitto

1918

Ci vorrà quasi un intero anno prima che le armi giungano finalmente a tacere

Storia di una Mostra

Il 18 luglio 2014, a ridosso della centesima ricorrenza dello scoppio della prima guerra mondiale, s'inaugura presso maso Spilzi a Folgaria la mostra A colpi di matita